E’ di questi giorni l’ordinanza Filippeschi Misure di contrasto alla prostituzione su strada.
Un’ordinanza controversa che affronta superficialmente il fenomeno della prostituzione e che riprende quella inserita nel 2008 nel Pacchetto Sicurezza e dichiarata nel 2011 anticostituzionale.
Strutturata su una situazione di contingenza, urgenza ed emergenza, unica modalità con cui le amministrazioni possono varare questo tipo di dispositivi, l’ordinanza può così diventare immediatamente esecutiva, aggirando le questioni di anticostituzionalità. Nell’immediato l’ordinanza ha già determinato il fermo di 9 donne, tutte straniere, e tra queste ad una, in seguito all’identificazione, è stata notificata l’espulsione.
Se il fenomeno del lavoro sessuale è costante, riscontrabile per gran parte dell’anno per ammissione stessa dell’ordinanza, dove sta il carattere di emergenza?
L’ordinanza è netta: il lavoro sessuale “si intensifica proprio con l’approssimarsi della stagione estiva compromettendo seriamente -a detta del Sindaco- la vivibilità della comunità locale creando allarme e disagio tra la popolazione”. Il fenomeno della prostituzione su strada offenderebbe la pubblica decenza, turberebbe gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici. Sembra quindi che la vera emergenza sia la difesa di facciata del decoro pubblico in modo da non turbare le famiglie perbene che si spostano verso il mare.
Ben lungi dall’intervenire sulla complessa situazione del lavoro sessuale, l’ordinanza non distingue tra chi sceglie liberamente il lavoro sessuale e chi, come avviene nella maggioranza dei casi, è vittima di tratta e costrett* a prostituirsi. Filippeschi cala dal cielo un’ordinanza-scopa, che spazza via esseri umani: spinge i/le/* sex-workers ai margini, come scarti sociali pericolosi ed inaccettabili.
Le/i/* sex workers sono costrett* alla ricerca di altri spazi dove nascondersi per lavorare, in luoghi bui e meno sicuri, dove violenze e aggressioni possono aumentare in maniera incontrastata. In particolar modo sono penalizzate le lavoratrici migranti che, per la paura di essere espulse, sono esposte ad un ulteriore rischio di sfruttamento e violenza.
Insomma, in un’ordinanza in cui si parla di ordine pubblico, la sicurezza delle donne che lavorano sulla strada non solo non viene considerata, ma viene gravemente messa a repentaglio, con un aggravarsi delle conseguenze per le migranti senza permesso di soggiorno.
Un’ordinanza che tralascia l’analisi della realtà in cui sono inserite molt* sex workers, spesso caratterizzata dall’impossibilità di scegliere le modalità di esercizio del lavoro sessuale, che è di frequente l’unica fonte di guadagno per sé e un’eventuale famiglia e che per molt* rappresenta l’unica possibilità di restare in Italia.
Questa ordinanza rappresenta inoltre un passo avanti verso un atteggiamento repressivo e ingiustificatamente “perbenista”: cos’è, infatti, l’offesa alla pubblica decenza per l’Amministrazione Filippeschi? E’ un insieme di “atteggiamenti, modalità comportamentali, abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio e tali da offendere la pubblica decenza e il decoro della città”.
Caro sindaco Filippeschi, non sarà un’ordinanza a confinare la nostra libertà di scelta, a insegnarci cosa è degno e cosa no, e certo vigileremo su quanto accadrà in quest’estate su quella strada e non solo, perché dovendo scegliere tra l’essere perbene o permale, scegliamo di essere tutte, orgogliosamente, indecenti e puttane.
Invitiamo tutt* a dire, ancora una volta: «Giù le mani dalla nostra autodeterminazione!» e a contestare la presunta emergenzialità indicata da questa amministrazione che antepone l’immagine della nostra città e il falso decoro alla tutela dei diritti di tutti e tutte. Vestitevi indecorosamente, atteggiatevi come più vi sentite liber* di fare, assumete modalità comportamentali spudorate che sfidino il moralismo benpensante e la retorica della pubblica decenza!
Siamo tutt* indecenti e puttane, pubblicamente e collettivamente, giovedì 21 Giugno in piazza XX Settembre (sotto il Comune di Pisa) alle ore 17.
Associazione Consultorio Transgenere – ArciLesbica Pisa – Biblioteca Franco Serantini – Collettivo LeGrif – Fratelli dell’Uomo Sezione Toscana – Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia – ¡Mosquito!- Osservatorio antiproibizionista – Outofline photo collective – TILT!