Articoli con tag spazi sociali

Merenda al Parco di Cisanello

Eco City - Pisa 2012

Domenica 28 Ottobre 2012 ore 14.30 – via Bargagna

The, cioccolata, torte, pane e marmellata…

Shanghai gigante, trampoli, gioco dell’oca e tanti altri giochi a cura di ArciRagazzi Pisa

Laboratorio di rifinitura panchine per il parco 😉

Buongiorno a tutti gli amici e a tutte le amiche del Parco di Cisanello,

a due anni dall’inizio della campagna per promuovere il mantenimento del verde nell’area compresa tra via Bargagna e via Cisanello creando un grande parco urbano, possiamo dire che grazie alla nostra campagna il Comune ha fatto sua, almeno in parte, l’idea del Parco di Cisanello.

La battaglia però non è ancora finita, perchè la destinazione a parco urbano è prevista soltanto per un terzo di tutta l’area. Nello specifico, partendo dalla Pubblica Assistenza, l’area è stata divisa in tre parti, quelle esterne edificabili e quella centrale a verde pubblico.

E’ facile intuire come l’idea di un grande parco pubblico che dia respiro ad un quartiere fortemente cementificato sarebbe così molto ridimensionata. Ai lati del parco dovrebbero essere costruiti, da una parte la nuova Stella Maris con un suo ampio parco, mentre dall’altra due edifici ad uso commerciale. Se rispetto alla Stella Maris pensiamo come positivo il fatto che una struttura simile sia inserita in una ampia zona verde, di contro siamo convinti che non ci sia alcuna reale necessità degli altri due edifici, se non quella di garantire il valore dei terreni ai proprietari (Comune compreso). Abbiamo quindi intenzione di continuare la campagna per chiederne la eliminazione e la realizzazione del grande Parco di Cisanello che tutti vogliamo.

Durante l’ultima iniziativa organizzata nel parco abbiamo “costruito”, all’altezza del residence Isola verde, un piccolo vero e proprio parco, piantando fiori e alberi, costruendo una panchina fatta con pancali di recupero e due sentieri per raggiungerlo. Questo per permettere che più persone conoscano e facciano l’esperienza positiva che quell’area già ora è capace di offrire.

Ed è proprio lì che domenica 28 ottobre dalle 14.30 abbiamo organizzato un pomeriggio al’insegna del gioco per i più piccoli e della creatività per i più grandi, che si concluderà con una merenda a base di cioccolata calda, qualche dolce, pane, marmellate e olio nuovo.

Naturalmente siete tutti invitati e se avete a casa vernici colorate che magari vi sono avanzate da qualche lavoro o attrezzi utili a costruire nuove panchine portateli con voi.

Un grazie speciale dall’ormai famoso Nello Cisa!

Scarica il volantino qui

un’iniziativa realizzata con il patrocionio di Nello Cisa a cura di:
WWF PisaLIPU Pisa – ¡Mosquíto!Comitato Salviamo l’Acquedotto MediceoLegambiente PisaArciRagazzi Pisa

 

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Discutiamo pubblicamente sul futuro del Parco di Cisanello

parco di cisanello - panchina

La prima panchina del Parco di Cisanello è pronta!!!

Leggendo il comunicato dell’Amministrazione comunale riguardante le previsioni sull’area verde nella quale da due anni chiediamo la realizzazione di un grande parco urbano, l’ormai famoso Parco di Cisanello, rimaniamo sorpresi dall’annuncio di un parco di ben otto ettari: quello che chiediamo da ormai due anni diventa realtà! Purtroppo non è così. Nei conti infatti si sommano insieme le pere con le mele: ovvero alla previsione di parco pubblico di 4,5 ettari nell’area in questione, si sommano i giardinetti intorno alle torri di Bulgarella (standard urbanistici obbligatori per legge), il verde pertinenziale della Stella Maris e altro ancora. Parlare di un parco come sommatoria di tanti pezzetti separati da strade non ci sembra il modo corretto di affrontare la questione posta dai cittadini.

Registriamo invece con favore il ridimensionamento delle previsioni edificatorie: dalle immagini pubblicate sembra essere sparito un edificio proprio nella zona del parco rispetto alle proposte iniziali fatte dalla Provincia. Questo è un fatto sicuramente positivo, che ci convince ancora di più della bontà della battaglia che stiamo facendo e speriamo che sia un segnale di apertura di un dialogo con i cittadini da parte dell’Amministrazione comunale, dialogo da noi sempre cercato con l’intento di raggiungere l’obiettivo del bene comune.

Allo stesso tempo ci poniamo ancor più forti le stesse domande: se non c’è più la necessità di nuove costruzioni nel quartiere, perché realizzare, oltre alla struttura della Stella Maris, anche due grandi edifici destinati a uffici e pubblici esercizi quando in città ci sono dozzine di fondi sfitti? Sono davvero necessari? Perché realizzare un supermercato a meno di 400 metri dal centro commerciale Pisanova e ad un chilometro alla PAM? è davvero necessario?

La nostra idea è semplice: il parco di Cisanello è un patrimonio troppo importante per essere sacrificato a interessi diversi da quelli della cittadinanza. Chiediamo quindi che siano eliminati anche gli edifici previsti nelle UMI 1 e 2 e che nell’area tra Via Bargagna e Via Cisanello rimanga solo la Stella Maris, inserita in un grande parco urbano così da renderla una struttura unica nel panorama nazionale. Se serve qualcosa in quell’area sono spazi di socialità e aggregazione, in modo da renderla viva e frequentata, scongiurando così qualsiasi problema di gestione. Proponiamo all’amministrazione di discutere costruttivamente, in assemblee pubbliche appositamente organizzate, con tutti i cittadini prima dell’approvazione della variante oggi in discussione, e di non limitare la discussione all’interno del CPT 5.

Legambiente Pisa – WWF Pisa – Mosquito – Lipu – Salviamo l’acquedotto mediceo

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Un’ordinanza indecorosa

E’ di questi giorni l’ordinanza Filippeschi Misure di contrasto alla prostituzione su strada.
Un’ordinanza controversa che affronta superficialmente il fenomeno della prostituzione e che riprende quella inserita nel 2008 nel Pacchetto Sicurezza e dichiarata nel 2011 anticostituzionale.

Strutturata su una situazione di contingenza, urgenza ed emergenza, unica modalità con cui le amministrazioni possono varare questo tipo di dispositivi, l’ordinanza può così diventare immediatamente esecutiva, aggirando le questioni di anticostituzionalità. Nell’immediato l’ordinanza ha già determinato il fermo di 9 donne, tutte straniere, e tra queste ad una, in seguito all’identificazione, è stata notificata l’espulsione.

Se il fenomeno del lavoro sessuale è costante, riscontrabile per gran parte dell’anno per ammissione stessa dell’ordinanza, dove sta il carattere di emergenza?

L’ordinanza è netta: il lavoro sessuale “si intensifica proprio con l’approssimarsi della stagione estiva compromettendo seriamente -a detta del Sindaco- la vivibilità della comunità locale creando allarme e disagio tra la popolazione”. Il fenomeno della prostituzione su strada offenderebbe la pubblica decenza, turberebbe gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici. Sembra quindi che la vera emergenza sia la difesa di facciata del decoro pubblico in modo da non turbare le famiglie perbene che si spostano verso il mare.
Ben lungi dall’intervenire sulla complessa situazione del lavoro sessuale, l’ordinanza non distingue tra chi sceglie liberamente il lavoro sessuale e chi, come avviene nella maggioranza dei casi, è vittima di tratta e costrett* a prostituirsi. Filippeschi cala dal cielo un’ordinanza-scopa, che spazza via esseri umani: spinge i/le/* sex-workers ai margini, come scarti sociali pericolosi ed inaccettabili.

Le/i/* sex workers sono costrett* alla ricerca di altri spazi dove nascondersi per lavorare, in luoghi bui e meno sicuri, dove violenze e aggressioni possono aumentare in maniera incontrastata. In particolar modo sono penalizzate le lavoratrici migranti che, per la paura di essere espulse, sono esposte ad un ulteriore rischio di sfruttamento e violenza.

Insomma, in un’ordinanza in cui si parla di ordine pubblico, la sicurezza delle donne che lavorano sulla strada non solo non viene considerata, ma viene gravemente messa a repentaglio, con un aggravarsi delle conseguenze per le migranti senza permesso di soggiorno.

Un’ordinanza che tralascia l’analisi della realtà in cui sono inserite molt* sex workers, spesso caratterizzata dall’impossibilità di scegliere le modalità di esercizio del lavoro sessuale, che è di frequente l’unica fonte di guadagno per sé e un’eventuale famiglia e che per molt* rappresenta l’unica possibilità di restare in Italia.

Questa ordinanza rappresenta inoltre un passo avanti verso un atteggiamento repressivo e ingiustificatamente “perbenista”: cos’è, infatti, l’offesa alla pubblica decenza per l’Amministrazione Filippeschi? E’ un insieme di “atteggiamenti, modalità comportamentali, abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio e tali da offendere la pubblica decenza e il decoro della città”.

Caro sindaco Filippeschi, non sarà un’ordinanza a confinare la nostra libertà di scelta, a insegnarci cosa è degno e cosa no, e certo vigileremo su quanto accadrà in quest’estate su quella strada e non solo, perché dovendo scegliere tra l’essere perbene o permale, scegliamo di essere tutte, orgogliosamente, indecenti e puttane.

Invitiamo tutt* a dire, ancora una volta: «Giù le mani dalla nostra autodeterminazione!» e a contestare la presunta emergenzialità indicata da questa amministrazione che antepone l’immagine della nostra città e il falso decoro alla tutela dei diritti di tutti e tutte. Vestitevi indecorosamente, atteggiatevi come più vi sentite liber* di fare, assumete modalità comportamentali spudorate che sfidino il moralismo benpensante e la retorica della pubblica decenza!

Siamo tutt* indecenti e puttane, pubblicamente e collettivamente, giovedì 21 Giugno in piazza XX Settembre (sotto il Comune di Pisa) alle ore 17.

Associazione Consultorio Transgenere – ArciLesbica Pisa – Biblioteca Franco Serantini – Collettivo LeGrif – Fratelli dell’Uomo Sezione Toscana – Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia – ¡Mosquito!- Osservatorio antiproibizionista – Outofline photo collective – TILT!

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Alla scoperta del parco che verrà

Alla scoperta del parco che verràsabato 19 maggio 2012

in via Bargagna, accanto alla Pubblica Assistenza

ore 17.00 – passeggiate per conoscere gli animali e le piante del “parco perduto” con Glauco Baldassari dell’Associazione Pisana Scienze Naturali e con i volontari della LIPU
Laboratori nel parco con i più piccoli


ore 18.00

Dewey 780

blues, funky o bossa nova sui testi di Garcìa Lorca, Bukowskì, Rimbaud, Hemingway…


ore 19.30 – Aggiornamenti sulla campagna per il Parco


ore 20.00 – apericena vegan (VEganzo – LI)


ore 21.00

Voices of heaven Gospel Choir

Comitato Cittadino Parco di Cisanello

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¡Mosquíto! vs Sgombero

Proprio in questi giorni, 5 anni fa, nasceva all’interno del Progetto Rebeldia Mosquito, un gruppo che si occupa di comunicazione, consumo critico e pubblicità. In questi anni abbiamo organizzato seminari divulgativi su consumo critico, sostenibilità alimentare e non solo, diritto all’acqua come fonte di vita e bene comune, ma anche su come funziona la macchina pubblicitaria e sui messaggi a cui il nostro contesto ci sottopone, dato che le immagini (ed i simboli che esse veicolano) sono in grado di orientare i nostri corsi di azione rispetto ai fenomeni che rappresentano. Il tempo passa, gli spazi cambiano e il Progetto cresce e cambia con essi, diventando quello che è ora: partecipazione, autogestione e orizzontalità delle decisioni sono il pane quotidiano delle 31 associazioni che attualmente fanno parte del Progetto Rebeldia, un mix di diversità che in questi anni ha dato luogo ad una progettualità politica e ad una serie di attività culturali, portate avanti insieme a tante altre realtà politiche ed associative del territorio.

Il nostro lavoro è divulgativo e teorico, ma l’essere parte di un progetto come Rebeldia, che al suo interno vede attività vere e proprie di consumo critico, che vanno dai Gruppi di acquisto solidale al riuso creativo di indumenti, ha sicuramente arricchito e reso più consapevole il nostro percorso.

Non siamo certo i primi a sostenere che la contaminazione sia la direzione da seguire per evitare scelte miopi che abbiano ripercussioni catastrofiche a lungo termine. Questo piccolo laboratorio di identità così diverse tra loro che nel tempo hanno imparato un linguaggio comune è ora concretamente in pericolo: il 15 gennaio si profila infatti il rischio di uno sgombero con la forza pubblica dei locali di via Battisti. In alcune città d’Italia, realtà associative di questo tipo sono state sostenute (basti pensare alla Città dell’Altra Economia a Roma), ma è soprattutto nei piccoli centri, dove probabilmente le dimensioni contenute non permettono grossi guadagni da parte di lobby di costruttori, che le istituzioni hanno colto come uno stimolo e non come una minaccia attività come quelle che si svolgono all’interno del Progetto. Non possiamo che pensare che chi ci vede come una minaccia abbia una percezione completamente miope. Il Progetto Rebeldia ha fatto di tutto (incontri, richieste protocollate, domande, chiarimenti, manifestazioni, tavoli tecnici, lettere) per trovare una soluzione concreta che potesse permettere di continuare le attività senza interruzioni e nella loro integrità. E non solo, anche esponenti del mondo della cultura, cittadini, studenti e la società civile tutta hanno caldeggiato una soluzione per il Progetto Rebeldia.

Ma pare che tutto questo non sia arrivato agli amministratori cittadini, che hanno continuato per anni a fare orecchie da mercante e a proporre autaut del tipo “prendere o lasciare” come quello di via Saragat, nonostante siano emerse criticità enormi, non ultima quella di “regalare” 300.000 euro di affitto ad un privato con soldi pubblici, in maniera tale che, alla fine del contratto, il privato gode pure di un immobile rimesso a nuovo e il pubblico rimane con un pugno di mosche. E poi si parla di penali. Inesistenti.

Come Mosquito, abbiamo discusso e condiviso tutte le decisioni del Progetto Rebeldia;  il 15 saremo in via Battisti a difendere un bene comune insieme a tutto il resto del Progetto e a tutta una Pisa “altra” che , in questi anni, ci ha appoggiato e con cui abbiamo collaborato.

¡Mosquíto!
Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara in una stanza chiusa.

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Alla Ricerca dell’Aula Perduta ovvero i Predatori della Democrazia Maledetta

1° Antefatto
Il gruppo Mosquito aveva da tempo organizzato un dibattito intitolato “teorie e tecniche della comunicazione pubblicitaria” per la serata del 23 ottobre nell’aula 1 della Facoltà di Scienze Politiche.

2° Antefatto
Il giorno prima, mercoledi 22 ottobre, il Presidente del Consiglio forse proprio perche’ in carica, annuncia delle cariche, ma della polizia contro gli studenti in agitazione.

A questo punto il lettore attento si chiederà: cosa c’entrano i due fatti?
poco o nulla vien da dire, ma a quanto pare c’e’ chi non la pensa così, dunque, andiamo avanti…

Torniamo a giovedì 23 ottobre, molti Presidi delle Facoltà  dell’Ateneo pisano sfilano per le vie della città assieme a studenti, ricercatori, precari e varie componenti della società  civile, manifestando per la difesa dell’Università  pubblica come luogo di libera elaborazione e fruizione del sapere.

A dimostrazione della sua cristallina coerenza e spavalda difesa della libertà d’espressione il Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Claudio Palazzolo, decide che, all’interno della sua stessa Facoltà, la difesa di questo diritto pur non essendo in nessun modo in discussione, debba essere subordinata alle nuove direttive del Governissimo.

Infatti a poco meno di 12 ore dall’inizio del fatidico dibattito, il suddetto Preside nega improvvisamente la disponibilità dell’aula, nonostante la stessa fosse stata dallo stesso già concessa alcuni giorni prima.

Perchè? chiedono immediatamente quelli di Mosquito.

L’illustrissimo ha pronta la risposta: c’è un solo un piccolo problema di ordine tecnico, ovvero è impossibile garantire un servizio di vigilanza da parte dell’amministrazione di ateneo. Nessun interesse da parte sua di dove spostare l’iniziativa, che ricordiamo essere già fissata da tempo e in accordo con le Autorità accademiche.

A questo punto i ragazzacci di Mosquito, nell’impossibilità di rimandare l’iniziativa a causa del non sufficente preavviso, iniziano a meditare l’ipotesi di tenere lo stesso il dibattito in quell’aula, impedendo di fatto la chiusura della stessa.

Apriti cielo!

Palazzolo e Baggiani (immediatamente accorso, c’e’ chi dice in suo soccorso) scoprono le reali motivazioni del rifiuto dell’aula della discordia: a seguito delle gravissime minacce del Presidente del Consiglio di repressione violenta di un movimento che fino a questo momento si è dimostrato assolutamente pacifico e delle successive surreali quanto ciniche dichiarazioni dell’ex Presidente della Repubblica Cossiga, le istituzioni (a partire dal Rettore e da lì a scendere lungo la catena gerarchica dell’universita) hanno preferito sbarrare le porte di tutte le facoltà.

Come? Cosa? Dove? Perchè? gli fanno eco i ragazzacci di cui sopra “beh lasciamo perdere, ma l’iniziativa s’ha da fare” (n.d.r. che quelli si sa sono duri come le pine verdi!)

Com’è come non è improvvisamente, la sicumera dipinta sui volti delle illustri autorità lascia spazio ad ampi sorrisi e a grande disponibilità per trovare una soluzione logistica al problema che loro stessi avevano causato con il loro diniego, e per farla breve l’iniziativa si è poi svolta in un’aula dell’università  esterna alla Facoltà di Scienze Politiche proprio perchè, a detta dello stesso Preside, tale spazio non rivestiva alcun “valore simbolico”.

Beh, insomma, l’iniziativa s’e’ svolta, e nonostante tutti gli intoppi è stata anche interessante.

Resta purtroppo il sapore un po’ amarognolo nella bocca di chi si sarebbe aspettato che, a maggior ragione dopo le dichiarazioni del Presidentissimo Berlusconi, il Rettore e il Preside di Scienze Politiche, difendessero la libertà di manifestare e di esprimersi, spalancando le porte dell’Università per promuovere iniziative culturali già in programma, ma soprattutto momenti di dibattito, riflessione critica. Che in qualche modo ci fosse una reazione all’attacco su ogni fronte che la libertà di pensiero e di espressione sta subendo in questa fase storica il nostro paese.

A questo punto ci interroghiamo e interroghiamo le Istituzioni universitarie e il Preside Palazzolo sul significato “simbolico” dell’università.
Noi siamo convinti che dovrebbe essere simbolo di autonomia di pensiero e di libertà di critica, libera da ogni pressione esercitata dal potere di turno.

Per questo pensiamo che sarebbe servito un “atto di disobbedienza” lasciando aperte le porte della facoltà. Al contrario, il capo chino di fronte all’ordine di ostacolare i momenti di dibattito, le istituzioni del nostro Ateneo dimostra di avvallare, consapevolmente o meno, un’idea di università , quale è quella più volte proclamata dall’attuale Governo e da quelli che l’hanno preceduto.

Una Università in cui gli studenti sono concepiti solo come prodotti per il futuro mercato del lavoro e non come cittadini capaci di relazionarsi alla realtà e al mondo con coscienza critica e consapevolezza.

Non possiamo quindi che congratularci vivamente col Preside di Scienze Politiche per le sue indiscutibili funamboliche capacità di sostenere formalmente la protesta del movimento studentesco sfilando nei cortei, mentre di fatto collabora al soffocamento del movimento stesso accettando le prescrizioni del governo a cui dovrebbero opporsi.

Per carità, non è successo niente di grave, speriamo solo sia un fatto isolato e non il sintomo di qualcosa di peggio
Dormi sonni tranquilli caro Preside…
…che si sa: le zanzare pungono di notte!!!

¡Mosquíto!
se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara in una stanza chiusa

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