La Donna a Due Dimensioni

La Donna a Due Dimensioni¡Mosquíto! presenta:

LA DONNA A DUE DIMENSIONI
uso, abuso e consumo del corpo femminile in pubblicità

Proiezione del film breve

“Fuori dall’Ordine”

di Gianna Mazzini

intervengono:

Gianna Mazzini
regista e presidente di Fuori dall’Ordine (FdO)

Bruno Lo Cicero
coordinatore toscano TP

Collegamento con le lavoratrici della Rinascente sulla questione delle spillette “sessiste” 

all’interno del ciclo Che Genere di Corpi

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SOVRAESPOSTE – La rappresentazione dell’immagine femminile nei media (termine posticipato)

Mosquito in collaborazione con Imago presenta il Concorso Fotografico

SOVRAESPOSTE – La rappresentazione dell’immagine femminile nei media.

Attenzione: Il termine del concorso è stato posticipato al 29 Aprile 2012!

Su un cartellone pubblicitario, in televisione, nel cinema, sui giornali, sulle riviste, nella pornografia, sulle passerelle di moda, sulle pagine web, nelle vetrine dei negozi. Il corpo della donna è quotidianamente violentato, imposto, mercificato. Senza alcuna poesia, viene utilizzato, serializzato e reso un oggetto pronto per il consumo.

Quale è l’impatto sociale di questo bombardamento? Quali stereotipi vengono proposti, e come impattano sulle persone? Questi modelli vengono accettati o rifiutati? Da chi e con quali motivazioni?

Mosquito, in occasione del ciclo di conferenze “Che genere di corpi” che avrà luogo a Pisa nel mese di maggio 2012, lancia un concorso fotografico sul tema della mercificazione del corpo della donna. Nessuna giuria, solo l’espressione critica di un punto di vista attraverso la fotografia.

Le foto verranno esposte in una mostra fotografica nel luogo in cui si svolgeranno le conferenze. Per ragioni di spazio, alcune foto potrebbero non essere stampate. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a chiunque, con le uniche restrizioni indicate di seguito. Le fotografie verranno pubblicate anche in una galleria on-line.

  • Il termine per inviare le foto è il 29 aprile 2012.
  • Insieme alle foto deve essere indicato nome e cognome oppure nickname dell’autrice/autore (o delle autrici/degli autori). Se desiderato, può essere indicato l’eventuale gruppo fotografico di appartenenza.
  • Se desiderato, può essere indicato il titolo della fotografia e una breve descrizione.
  • Le foto devono essere opera di chi partecipa al concorso.
  • Le foto devono essere inviate in formato digitale all’indirizzo di posta mosquito@insiberia.net, ad alta risoluzione, in formato TIFF a 300 dpi (la risoluzione dovrebbe essere almeno 2000px sul lato maggiore).
  • Insieme con le foto deve essere inviata la scannerizzazione della Liberatoria dell’Autrice/Autore. Il modulo è in Liberatoria autrici/autori.
  • Come tutela, l’autrice/autore delle foto può chiedere alle persone ritratte nelle foto la Liberatoria della persona ritratta. Anche questo modulo è in Liberatoria persona ripresa. (non è necessario inviarlo con la foto)
  • Le foto devono essere originali, ovvero non devono essere state presentate ad altri concorsi.
  • Le foto devono essere rilasciate sotto licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Italia (CC BY-SA 3.0). Questa licenza permette la libera riproduzione, diffusione e modifica della fotografia a patto che venga indicata l’appartenenza dell’opera all’autrice/autore e che la foto venga distribuita sotto la stessa licenza.

Scarica il Manifesto del concorso “Sovraesposte”.

post correlati:
italy.indymedia.orgilcorpodelledonne.netpisainformaflash.itpisanotizie.itreflexlist.comIl Tirrenobiblioteche.unisa.it

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Pranzo Comparato

Domenica 22.04.2012
ore 13.00
al Circolo ARCI CEP – Pisa

Km0 vs Industrial
stessi cuochi, stesse ricette, ingredienti da filiere differenti

Menù

  • verdure crude di stagione
  • sformato di farro e zucca con fonduta di pecorino toscano su verdure gratinate
  • polpette di lenticchie, verdure saltate e olive, purè di carote
  • gelato

vino, pane e acqua

per info e prenotazioni:
mosquito@rebeldia.net – sms 339 7341562

un’iniziativa organizzata da:
GASP!¡Mosquíto!In Alto a Sinistra

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Acqua Bene Comune: calendario degli sportelli per la Campagna di Obbedienza Civile

Acqua Pubblica – Obbedienza Civile

Campagna di Obbedienza Civile

Per maggiori informazioni
e per il calendario degli sportelli aggiornato
è possibile contattarci tramite:

il numero 334 3283599
Email: obbedienzacivilepisa@gmail.com
Facebook: Comitato Acquabenecomune Pisa
Twitter: AcquaBeneComunePisa
Web: www.obbedienzacivile.it

Calendario degli sportelli

Giorno Ora Dove
Lunedi 16.30-18.30 Chicco di Senape piazza delle Vettovaglie
17.30-19.00 Circolo PRC via Nino Pisano – Porta a
Mare
18.00-20.00 Circolo Balalaika via Montanelli 123
Martedi 18.00-20.00 Comitato Acqua Bene Comune Pisa Via S.Lorenzo 38
18.00-20.00 Circolo PRC via Battichiodi
Mercoledi 9.30-12-30 Legambiente via San Lorenzo 38
09.30-13.00 Circolo E. Berlinguer Prc via Santi Efisio e Potito 13 (San Giusto)
18.00-20.00 Circolo PRC via Battichiodi
18.00-20.00 Circolo SEL via Pilla
Giovedi 11.00-13.00 Unione Inquilini via del Cuore 7
17.30-19.00 Circolo PRC via Nino Pisano – Porta a
Mare
Venerdi 17.00-19.00 Aula M1 Facoltà di Matematica Largo Pontecorvo 5
Sabato 9.30-12.00 Circolo PRC via Battichiodi
09.30-13.00 Circolo E. Berlinguer Prc via Santi Efisio e Potito 13 (San Giusto)
Domenica 11.30-13.00 Circolo E. Berlinguer Prc via Santi Efisio e Potito 13 (San Giusto)

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A un anno da Fukushima: oltre il disastro, cambiare rotta.

Polo FibonaLogo Nukecci – aula B
Via Filippo Buonarroti – PISA
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ore 16.30 – Presentazione di

Lessons from Fukushima

a cura di Greenpeace
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ore 17.30Dibattito

modera

Alberto Zoratti

Fair

intervengono

Yukari Saito

centro di documentazione Semi sotto la neve
Fukushima, the days after che cosa è cambiato e che cosa no dopo l’11 marzo 2011

Angelo Baracca

docente di Fisica Università di Firenze
L’ineliminabile vocazione militare della tecnologia nucleare

Maurizio Gubbiotti

Legambiente
La prospettiva di un mondo senza il nucleare
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Lettura di poesia di Piero Nissim

Quo vadis Cesio..

R. Kisaka & A. Binard

organizzano:
CRETA, Fair, Centro Gandhi, Greenpeace Pisa, ISDE Pisa, Legambiente Pisa, LIPU Pisa, ¡Mosquíto!, Centro di documentazione Semi sotto la neve

Locandina dell’iniziativa

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Coca-Cola

    Coca-Cola in India by Latuff (http://latuff2.deviantart.com)

    Coca-Cola in India by Latuff (http://latuff2.deviantart.com)

    Alzi la mano chi non conosce la Coca-Cola. Forse una risposta negativa è poco probabile, visto che la The Coca-Cola Company è una delle più grosse multinazionali del pianeta che aspira ad essere “parte integrante del contesto sociale e naturale che la circonda” [1]; così tanto integrata che influenza questo contesto, letteralmente ne costruisce degli aspetti. Babbo Natale, per esempio: l’immagine di un rosso e rubicondo nonnetto con una folta barba bianca è il prodotto di una campagna pubblicitaria ad hoc degli anni ’30 [2]. Fosse solo questo, che problema ci sarebbe? E’ una dolce illusione per bambini, lasciamoli sognare un altro po’…

    Se però facciamo un po’ più attenzione, il grado di incidenza delle notissime bollicine e delle sue bevande sorelle (pensiamo ad esempio alla Fanta, alla Sprite, ai succhi di frutta Minute Maid, etc. [3]) su questi “contesti” è altissimo: non solo esse dissetano il mondo (nel 2011 si stimano quasi 2 miliardi di consumazioni a marchio The Coca Cola Company [4]) ma scandiscono il tempo della festa ( Natale e Coca-Cola vanno a braccetto [5]) e del gioco (la The Coca Cola Company è dal 1928 sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici [6]), sino al semplice stare insieme ( pizza e Coca Cola con gli amici, chi non l’ha mai fatto?). In questo modo, più che di semplici bevande, si potrebbe parlare di uno stile di vita di cui la The Coca-Cola Company e le sue bibite sono uno degli assi portanti; o, all’inverso, di un’azienda e di una serie di merci che aspirano ad accompagnare e ad essere parte integrante di alcuni momenti centrali della nostra esistenza.

    C’è dell’altro, comunque: ci troviamo di fronte ad una delle più grandi multinazionali del pianeta, con un giro d’affari altissimo (circa 35 miliardi di dollari [7]), che necessita di un tessuto produttivo ramificato: non ci sono solo i “creativi” del marketing, qui si parla di produrre materialmente delle merci che richiedono, ad esempio, operai adibiti al processo di imbottigliamento. Come si muove l’azienda rispetto a questo problema? La The Coca-Cola Company tendenzialmente produce solo sciroppi e concentrati, che poi vengono venduti a della imprese di imbottigliamento più o meno dipendenti da essa, le quali si occupano del completamento del ciclo produttivo, realizzando e distribuendo il prodotto finito [8].
    Questi imbottigliatori sono sparsi un po’ ovunque per i 5 continenti, anche in Paesi socialmente e politicamente molto complessi, come la Colombia; qui, nell’ambito di una guerra a bassa intensità portata avanti dallo Stato con l’appoggio di truppe paramilitari, dal 1996 gli stabilimenti della Panamco, ( proprietà dal 5/2003 della Coca-Cola FEMSA, la principale azienda di imbottigliamento dell’America Latina che, a sua volta, è detenuta per il 30,6% dalla The Coca-Cola Company [9]) sono stati teatro di una intensa repressione antisindacale operata dai paramilitari contro esponenti del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell’Industria Alimentare (SINALTRAINAL) e i loro familiari [10]. Inoltre, secondo la denuncia presentata dallo stesso sindacato alla Corte Federale degli Stati Uniti d’America nel marzo 2001, negli stabilimenti della Bebidas y Alimentos di Urabà (impresa imbottigliatrice indipendente che, come tante altre, ha stipulato con la multinazionale di Atlanta un Bottle Agreement che determina le condizioni di manifattura e vendita dei prodotti finiti [11], vincolando strettamente una serie di fattori che vanno dalla qualità del prodotto alle relazioni sindacali [12]) dall’anno 1992 al 2001 è stata messa in atto una massiccia strategia antisindacale che è arrivata all’omicidio di alcuni esponenti del SINALTRAINAL stesso [13].
    Nel complesso, stando alle accuse rivolte dal sindacato colombiano alla The Coca-Cola Company, dal 1990 al 2008 negli stabilimenti di imbottigliamento legati alla multinazionale sono stati uccisi 12 leaders sindacali e un manager filosindacale, a cui vanno aggiunte le ripetute violenze e intimidazioni nei confronti degli iscritti al sindacato e delle loro famiglie [14]; esaurite senza successo le vie legali in Colombia, nel Luglio 2003 il SINALTRAINAL ha lanciato una campagna mondiale di boicottaggio sui prodotti della The Coca-Cola Company [15] che, in Italia, ha dato impulso alla nascita dalla RE.BO.C (Rete Boicottaggio Coca-Cola)[16]. A tutt’oggi, la spirale di violenza contro i sindacalisti colombiani e i loro familiari non si è ancora fermata [17].

    Sempre per rimanere in tema di esigenze produttive, si nota facilmente che, per produrre una lattina di Coca-Cola, è richiesta una certa quantità d’acqua; la soluzione più comoda a tale necessità è quella di appoggiarsi alle risorse idriche del luogo in cui è impiantato lo stabilimento di produzione: una mossa assolutamente non neutra, che può avere delle pesanti ricadute sul territorio.
    Solo per fare un esempio, nella regione del Kerala, in India, il prelievo continuo dell’acqua dal 1998 ha provocato un progressivo prosciugamento delle falde acquifere, a cui si è accompagnato l’inquinamento delle stesse dovuto al lavaggio delle bottiglie, con danni pesantissimi per l’agricoltura e per i contadini del luogo. Davanti a questo stato di cose, nel 2002 un movimento popolare appoggiato dalle istituzioni locali ha cominciato una campagna di protesta nonviolenta che è riuscita ad ottenere nel 2003 un’importante vittoria: di fronte all’Alta Corte del Kerala è stato riconosciuto alla comunità locale il diritto di controllare il processo di sfruttamento dell’acqua messo in atto dallo stabilimento Coca-Cola del luogo; più recentemente, una commissione d’inchiesta voluta dal governo del Kerala è giunta alla conclusione che la The Coca-Cola Company deve risarcire allo stato indiano circa 352 milioni di euro per danni ambientali e alla salute [18].

    Killer-Coke by Latuff (http://latuff2.deviantart.com/)

    Killer-Coke by Latuff (http://latuff2.deviantart.com/)

    Queste poche righe sono solo uno spunto da inquadrare all’interno di una riflessione più generale sul consumo e sul ruolo che questo ha nel mondo contemporaneo. Consapevoli del fatto che consumare non è qualcosa di neutro, ma un atto profondamente politico sul quale si impernia la nostra società[19], come ¡Mosquito! abbiamo sviluppato una serie di percorsi di sensibilizzazione alla questione Coca-Cola, per informare e fornire alcuni strumenti critici sull’argomento e per appoggiare concretamente la campagna di boicottaggio dei prodotti della The Coca-Cola Company lanciata dal SINALTRAINAL qui in Italia.
    Il 2006 è l’anno delle Olimpiadi Invernali di Torino, e la Coca-Cola è uno degli sponsor principali; nel dicembre 2005, approfittando del passaggio del tedoforo e della fiaccola olimpica quale momento di maggior visibilità per il rilancio della campagna di boicottaggio, un insieme di realtà politiche pisane (fra cui anche i futuri membri di ¡Mosquito!) ha dato luogo ad un momento di contestazione nei confronti della multinazionale di Atlanta. Un’iniziativa che si inserisce all’interno di una serie si azioni organizzate in tutta Italia [20] per denunciare il ruolo della The Coca-Cola Company rispetto alla situazione colombiana, e la più generale operazione di greenwashing che essa mette in atto per apparire sensibile e attenta ai problemi del pianeta e delle persone, quando invece è da considerare parte e causa di tali problemi, piuttosto che una soluzione.
    Dopo la contestazione abbiamo aderito come ¡Mosquito! alla rete RE.BO.C e dato vita a 2 momenti di discussione (giugno e ottobre 2006), entrambi intitolati “Dr.Coca e Mr.Cola – dall’immagine allo sfruttamento”, volti ad analizzare il fenomeno Coca-Cola da più punti di vista: partendo dal concetto di brand quale elemento ormai indispensabile nella dimensione pubblica e “visibile” di una grossa multinazionale, si è cercato di scavare più a fondo, alla ricerca dei significati simbolici associati ad esso, per valutarne le influenze sui nostri stili di vita; a ciò sono seguite delle riflessioni su ciò che c’è dietro l’immagine creata dalla marca: una dimensione concreta fatta di sfruttamento e violenza sull’ambiente e sull’uomo (India e Colombia sono solo due esempi).
    Qui e qui si trovano i materiali che abbiamo prodotto per cercare di illustrare i due volti della multinazionale di Atlanta, il modo “pulito” con cui si rivolge ai consumatori e quello con cui si pone rispetto ai lavoratori e ai territori nei quali produce…usateli pure liberamente e diffondeteli!

    Altre iniziative a breve…

[1] http://www.coca-colaitalia.it/engagements.aspx
[2] Cfr. http://www.coca-colaitalia.it/advstory.aspx
[3] In Italia la The Coca-Cola Company è presente coi seguenti marchi: Aquarius, Beverly,
BonAqua, Burn, Cappy, Coca-Cola, Fanta, Illy, Kinley, Lilia Emotion, Nestea, Sprite, Powerade,
Minue Maid, Felicia, Lilia, Solaria, Sveva, Toka, Vivien cfr. Centro Nuovo Modello di Sviluppo,
Guida al Consumo Critico, EMI 2008, p. 267
[4] Cfr. http://www.coca-colaitalia.it/history.aspx
[5] Cfr. http://www.thecoca-colacompany.com/dynamic/press_center/All-
Entries/66961/press_kit_video.html

[6] Cfr. http://www.coca-colaitalia.it/activelifestyles.aspx
[7] Cfr. http://www.impreseallasbarra.org/index.php/Coca-Cola
[8] Cfr. Rapporto Annuale Coca-Cola 2010, p. 3 http://www.thecoca-colacompany.com/investors/form_10K_2010.html
[9] Cfr. http://www.coca-colafemsa.com/femsa/web/conteudo_en.asp?conta=44&id=73210&tipo=27616&idioma=1 e http://www.coca-colafemsa.com/kof/ABOUT/ENG/indexabout_eng.htm
[10] Cfr. RE.BO.C, Dossier Colombia, p. 32
(http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/dossier.html) e http://www.laborrights.org/end-
violence-against-trade-unions/colombia/news/11391

[11] Cfr. Rapporto Annuale Coca-Cola 2010, pp. 9-10
[12] Cfr. OPPIDUM, Rapporto Indipendente sulla The Coca-Cola Company, p. 35
(http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/COCACOLA_scheda.pdf)
[13] Cfr. RE.BO.C, cit., pp. 22-29
[14] Cfr. Centro Nuovo Modello di Sviluppo, cit., p. 271 e, in generale
http://www.sinaltrainal.org/index.php?option=com_content&task=category&sectionid=4&id=13&Itemid=34
[15] Campagna che continua tutt’ora, cfr. http://www.sinaltrainal.org
[16] cfr. http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/iniziative/nodi/NODI%20LOCALI.pdf
[17] http://www.sinaltrainal.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1806&Itemid=1
[18] Cfr. OPPIDUM, cit., pp. 36-38, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, cit., pp. 269-270 e
http://www.ilmanifesto.it/attualita/terra-terra/manip2pz/4ba8fe332fe6f/manip2r1/coca%20cola/
[19] Cfr. Jean Baudrillard, La società dei consumi, Il Mulino 2008, p. 83 e Centro Nuovo Modello
di Sviluppo cit., p. 11.
[20] http://it.wikipedia.org/wiki/Fiamma_olimpica_dei_XX_Giochi_olimpici_invernali#Contestazioni

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Boicotta OMSA!

Comunicato stampa del Comitato 30 Novembre

Boicotta OmsaOMSA (della multinazionale Golden Lady) delocalizza in Serbia e licenzia 350 lavoratori di cui 320 donne!
BOICOTTA OMSA E TUTTI I MARCHI DELLA GOLDEN LADY!!!

Tra meno di 2 mesi, il 12 marzo, il calzificio Omsa di Faenza (del gruppo Golden Lady, proprietario anche dei marchi Sisì, Philippe Martignon, Filodoro, Hue, Arwa) chiuderà lasciando a casa 350 lavoratori, di cui 320 donne. Le calze del noto marchio saranno prodotte in Serbia, dove la Golden Lady ha già due fabbriche e dove le buste paga sono molto più basse che in Italia. In più lo stato serbo aggiunge sgravi fiscali tra i 5.000 e i 10.000€ annui per ogni posto di lavoro creato.

Per Omsa e Golden Lady non esiste nessun rischio fallimento: si tratta di una delocalizzazione della produzione – in Italia cassa integrazione e licenziamenti, in Serbia l’aumento da 1500 a 1900 dipendenti – che nulla ha a che vedere con la crisi, ma che serve ad aumentare i profitti dell’azienda.

I nomi di alcuni dei licenziati dalla OMSA attaccati alla vetrina del punto vendita

I nomi di alcuni dei licenziati dalla OMSA attaccati alla vetrina del punto vendita

Il caso OMSA dimostra che è la ricerca del massimo profitto, senza alcun limite, che produce disoccupazione e precarietà. Ma dalla crisi non si esce riducendo salari e diritti e mettendo in competizione i lavoratori italiani con quelli di altri stati dove i salari sono più bassi. Distruggere lo Stato Sociale, rendere precari milioni di lavoratori, concentrare la ricchezza in poche mani, permettere le delocalizzazioni e lasciare mano libera alla finanza non farà che aggravare la situazione: sono le stesse scelte economiche che ci hanno portato alla crisi.

E’ ormai chiaro che la “crisi” è usata a pretesto per favorire i guadagni di multinazionali, banche e finanza, mentre si impongono sacrifici a lavoratori, pensionati e giovani. Tutto questo in nome della “solidarietà” nazionale e attraverso il Governo Monti, appoggiato da tutte le principali forze politiche presenti in parlamento.

Il presidio di boicottaggio contro la OMSA organizzato dal Coordinamento 30 Novembre

Il presidio di boicottaggio contro la OMSA organizzato dal Coordinamento 30 Novembre

Esiste una alternativa percorribile per uscire dal questa crisi permanente: ridistribuire la ricchezza verso chi negli ultimi decenni si è impoverito, investire in uno Stato Sociale di qualità, nell’istruzione e nella ricerca pubblica, ripensare ad uno sviluppo che sappia rispettare l’ambiente e che crei occupazione stabile e non più precaria. Le risorse ci sono: sono in tasca al 10% della popolazione che possiede il 49% di tutte le ricchezze del paese!

In solidarietà alle lavoratrici OMSA di Faenza e per difendere i diritti di chi lavora,
fai sentire con un gesto concreto la tua voce contro chi punta solo ad aumentare
i propri profitti licenziando e delocalizzando le produzioni all’estero:

NON COMPRARE PRODOTTI
Omsa – Golden Lady – Sisì – Philippe Martignon – Filodoro – Hue – Arwa

Coordinamento 30 novembre
coordinamento30nov[at]ahoo.it

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Vogliamo risposte sul parco urbano

cisa nello alla ricerca del parco perduto

cisa nello alla ricerca del parco perduto

Dopo la recente iniziativa natalizia (letterine appese all’albero di Natale comunale) con cui i cittadini pisani hanno chiesto in regalo al sindaco la realizzazione di un’ampia zona averde a Cisanello, continuano le sorprese legate allavicenda del parco urbano.

Apprendiamo dalla stampa che la Stella Maris sarebbe interessata a spostare le sue strutture proprio nella zona del parco, tra via Cisanello evia Bargagna.

A questo punto occorrerebbe a nostro avviso, nell’interesse di tutti, che gli amministratori facessero chiarezza in merito a quali reali esigenze ruotano intorno a quell’area.

Anche lo spostamento della Stella Maris, che pur appare assolutamente logico vistala vicinanza con il nuovo polo ospedaliero di Cisanello, presenta infatti qualche aspetto poco chiaro.

Nellavariante urbanistica approvata nel 2009, infatti, si era prospettata la possibilità di inserirla all’interno del vicino complesso in costruzione “Parco delle Torri” (Scheda norma 7.4), salvo poi ripensarci a cose fatte e cancellare tutto con una determina del 23 Luglio 2010.

È lecito chiedere il perché di questa indecisione, e in ogni caso si potrebbe fare una verifica di spazi alternativi a quelli del parco di Cisanello.

Ritornando alle recenti notizie, si dice anche che qualcosa andrà costruito (anche oltre la Stella Maris) perché la Provincia deve rientrare della spesa di circa 4 milioni sostenuta perl’acquisto dei terreni: fare chiarezza su questa cifra è importante, perché determinala quantità di edificazione “necessaria” a rientrare nell’investimento. Leggendo l’ultimo bilancio, queilo al 31/12/2010, della”Immobiliare Pisa2001 Srl”, società controllata dalla Provincia di Pisa e proprietaria dell’area, i terreni sul quale dovrebbe nascere il Parco sono computati alla voce rimanenze con un valore di 1.616.301 euro.

A cosa sono dovuti i 2,4 milioni di euro necessari ad arrivare ai suddetti 4 milioni?

Chiediamo quindi alla Provincia di Pisa, nell’ottica della trasparenza e della partecipazione, di informare i cittadini delle reali spese sostenute per l’acquisto dei terreni e di come si pensa di pareggiare il bilancio salvaguardando la destinazione pubblica dell’area.

Sottolineiamo anche che a nostro avviso la Provincia potrebbe decidere di investire delle proprie risorse (in questo caso già spese, quindi rinunciando a recuperarle per intero) nella realizzazione di un grande parco urbano perla città, si tratterebbe di una spesa a beneficio di tutti i cittadini, non certo di uno spreco.

Chiediamo infine un maggiore sforzo da parte di Comune e Provincia per aprire la discussione sulle scelte che verranno fatte su quei terreni alla città, e di istituire un apposito percorso di partecipazione con lafinalità specificadi individuare la migliore soluzione possibile e le linee guida di progettazione del nuovo parco urbano.

Legambiente Pisa
Lipu Pisa
Mosquito
Salviamo l’acquedotto mediceo Tino Brignetti
Wwf Pisa

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IMF – FMI : What Does it Mean?

Fame Morte Ingiustizia

Fame Morte Ingiustizia

Injustice Murder Famine

Injustice Murder Famine

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Anche al bue e all’asinello garba il parco a Cisanello

palla di natale di Nello CisaGentile sindaco Filippeschi,

come ricorderà, le abbiamo consegnato oltre 2.000 firme, raccolte in breve tempo fra cittadini che desiderano vedere realizzato un parco urbano nell’area di undici ettari compresa tra via Cisanello e via Bargagna.

Foto delle palle di natale compilate dai cittadini pisani per chiedere la realizzazione del Parco di Cisanello

Foto delle palle di natale compilate dai cittadini pisani per chiedere la realizzazione del Parco di Cisanello

Ora molti cittadini le hanno scritto che vorrebbero in regalo proprio il parco. Lo hanno scritto su centinaia di decorazioni natalizie, come quelle che trova in questa busta e che avremmo voluto consegnarle personalmente, ma che le lasciamo sull’abete di fronte al palazzo comunale, nella speranza che le possa leggere.

Desideriamo – continua la lettera dei cittadini – il parco per avere più verde e meno cemento, per portare i bambini, per passeggiare, per il cane, per incontrarsi e molti altri motivi che crediamo condivisibili. Sappiamo che l’obbiettivo è impegnativo e vi sono ostacoli da superare, ma siamo convinti che sia raggiungibile e che corrisponda ad una necessità della nostra città, che tutti vogliamo più bella e vivibile.

Auguri di buon Natale

Nello Cisa

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